Salvare il Patrimonio Culturale

Salvare il Patrimonio Culturale

Questo blog prende il via dalla constatazione dello stato di abbandono,depauperamento,profonda alterazione del patrimonio culturale di Milazzo, registratosi negli ultimi decenni, seguiti ai nefasti danni bellici e a quelli edilizi degli anni Sessanta. Nonostante i recenti interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali, questi si sono spesso rivelati arbitrari e irrispettosi della natura originaria dei monumenti. A ciò è da aggiungersi il colpevole depredamento di chiese uniche nel loro genere, come quella cinque-seicentesca dei pp. Cappuccini, o la sottrazione alla comunità di beni fondamentali della storia cittadina, come l'antica Giuliana comunale, avvenuti in tempi assai vicini a noi. Per quanto possibile, questo blog porterà a conoscenza della gente i casi più eclatanti in tal senso, onde cercare di porre un freno al deleterio processo innescatosi, e far sì che le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico, architettonico, archivistico di Milazzo, o meglio a quel che resta di esso, esercitino la dovuta sorveglianza.


domenica 18 dicembre 2011

ARCHIVI MILAZZESI - Il Natale del 1917




UNA LETTERA INVIATA DA ELVIRA SANTANIELLO, ALL'EPOCA DICIANNOVENNE, AL FIDANZATO MILAZZESE PEPPINO D'AMICO, DA' CONTO DI ANTICHI RITI E SUGGESTIVE FUNZIONI RELIGIOSE CHE SI SVOLGEVANO PER IL NATALE NELLE CHIESE DI FRANCAVILLA DI SICILIA

Francavilla, 28/12/1917

Peppino mio
…la notte di Natale non sono andata a letto, ho assistito alla messa… Che impressione! Non ricordavo più niente, eran sei sette anni che non assistevo più a delle funzioni simili. Fuori davanti a tutte le chiese preparavano delle grandi cataste di legna, che accesero e che durarono per tutta la notte, sino all’alba. Non so dirti l’impressione che si provava alla vista di quelle enormi lingue di fuoco, che superbe s’elevavano al cielo. A mezzanotte, dopo un breve discorso dell’arciprete, al suono dolce, lieve dell’organo, al suono monotono e pur bello nella sua monotonia delle cornamuse, è sceso un angelo vestito d’azzurro dal cielo, è caduta la tenda che copriva l’altare ed è apparso Gesù Bambino, tra il verde del muschio, tra la neve bianca, tra la viva luce delle numerose candele.
Piansi, piansi tanto quella sera che ne ero stanca, senza forza, gli occhi mi dolevano, andai a letto all’alba. Lo vedi, ti ho descritto brevissimamente la mia vita di questi giorni, senza aggiungere niente…anzi. Sicuro non ho saputo renderti chiara l’impressione di quella commoventissima notte, non ho potuto (per mancanza di mezzi) descriverti le bellezze malinconiche che ha gustate l’animo mio in questi religiosi giorni. Ciò mi dispiace, non per me ma per te stesso, che non essendo fedele, non potrai, come avviene le altre volte, intuire la dolcezza grande, la malinconia immensa che invade l’animo ad assistere a certe funzioni sublimi…
Natale è finito, vi è pero ancora Capodanno, auguri dunque per una simile festa dalla tua Elvira.

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