Salvare il Patrimonio Culturale

Salvare il Patrimonio Culturale

Questo blog prende il via dalla constatazione dello stato di abbandono,depauperamento,profonda alterazione del patrimonio culturale di Milazzo, registratosi negli ultimi decenni, seguiti ai nefasti danni bellici e a quelli edilizi degli anni Sessanta. Nonostante i recenti interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali, questi si sono spesso rivelati arbitrari e irrispettosi della natura originaria dei monumenti. A ciò è da aggiungersi il colpevole depredamento di chiese uniche nel loro genere, come quella cinque-seicentesca dei pp. Cappuccini, o la sottrazione alla comunità di beni fondamentali della storia cittadina, come l'antica Giuliana comunale, avvenuti in tempi assai vicini a noi. Per quanto possibile, questo blog porterà a conoscenza della gente i casi più eclatanti in tal senso, onde cercare di porre un freno al deleterio processo innescatosi, e far sì che le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico, architettonico, archivistico di Milazzo, o meglio a quel che resta di esso, esercitino la dovuta sorveglianza.


sabato 15 ottobre 2016

Due inediti atti dotali del 700 all'Archivio di Stato di Messina


                  Due atti dotali milazzesi della fine del secolo XVIII

 

Ben celato tra gli atti notarili di un omonimo notaio messinese, esiste all’Archivio di Stato di Messina, un volumetto redatto alla fine del ‘700 dal notaio milazzese Antonio Giardina. Unico superstite , scampato alla distruzione delle preziose fonti notarili milazzesi dei secoli XVII e XVIII che avrebbero potuto dare un decisivo contributo alla cultura mamertina, esso contiene, tra atti di vario genere, due elenchi dotali che rivestono un certo interesse, in quanto possono integrare le informazioni forniteci dal Piaggia sui costumi settecenteschi milazzesi, nella sua fondamentale opera “Nuovi studi sulle memorie della città di Milazzo e nuovi principi di scienza e pratica utilità…”(Palermo,1866). Si tratta di due brevi elenchi dei beni di due donne appartenenti al ceto benestante - il “secondario ceto” per il Piaggia-, l’una, Flavia Oliva, che nel 1789 va in sposa a un Antonio De Maio, l’altra, Caterina Greco che nel 1790 convola in seconde nozze con il nobile Santo Ryolo.

 In particolare gli indumenti in essi elencati hanno interessanti analogie con quelli  attribuiti dal Piaggia al ceto popolare, specie per quanto attiene alle gonne,le camicie, i grembiuli, i giubetti e le mantelline. Perfino materiali e colori sono a volte  uguali, come nel caso delle gonne in verde e azzurro di seta stracciata(calamo), o delle mantelline in lana; altre volte differiscono,come  si nota nel caso di un tessuto fiorito , in seta o in oro e argento, identificabile col costoso broccato, in uso a questa data per le mantelline e i giubetti, i quali ultimi nel costume popolare sono rigidamente in velluto(i gippuni) .

 Parimenti nel campo dei gioielli, pare non vi sia una differenza così marcata tra le classi, se la collana di granati posseduta da Flavia Oliva è,assieme a quella in corallo, il gioiello tipico dalle contadine milazzesi.   

Nei due elenchi dotali dunque  sono enumerati  materassi di lana e di paglia, cuscini di lana e  lenzuola  di tela, copriletti di seta e di tela con guarnizione, coperte di seta, e poi faldette (gonne) di seta verde, differenziata in” molla”(taffetas) e  “calamo”(seta stracciata) , di cotone azzurro, ma anche in “pezza” (tela) di Milazzo. E ancora gipponi (giubetti) di messa e di seta fiorita,  mantelline di seta fiorita e di saietta(lanina), todeschine (mantelle col cappuccio) di messa e di calamo color acquamarina, fodali (grembiuli )d’Olanda e di Cambrais , camicie d’Olanda e di tela mascolina o femminine . Spicca,unico indumento maschile, una balduina (coprigiacca) di pelo castano appartenente al giovane figlio di Caterina Grillo.

Per quanto riguarda i gioielli,vi sono fiannacche(collane), di cui una con granatini e coni d’oro, circelli (orecchini) e anelli d’oro , di cui uno con rubini, pendenti d’oro con perle e fibbie d’argento, e infine non manca una corona di granatini con croce d’argento e cocci d’oro, appartenente a Caterina Grillo.

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Archivio di Stato di Messina, notar Antonio Giardina, vol.1081 ,anni 1788-91.

 

Elenco dei beni di Flavia Oliva per le nozze con Antonio De Majo, ff.78-79.

 

20 settembre 1789

In primis due matarassi uno piano di lana e l’altro piano di paglia

Item un paio di coscini con suoi giangali di lana piani

Item tre lenzoli di tela cioe due napolini ed altro lesciandrino novi

Item dui (turnia)letto cioè uno rosso di calamo e filato e l’altro bianco di tela con sua guarnazione

Item due cultre cioè una incarnata di calamo e l’altra di piedi bianca…

Item tre faldette cioè una di seta a’ molla verde nuova,l’altra di calamo verde nuova e laltra di coton acquamarino usato.

Item tre gipponi uno di messa nuovo l’altro di seta fiorita e l’altro come si ritrova.

Item tre fodali uno di landa nuovo l’altro di cambrè nuovo e l’altro come si trova

Item due mantelline cioè una di seta fiorita e laltra di saietta bianca usata.

Item tre camise femminine una d’olanda l’altre due di tela mascolina

Item due tovaglie cioè una di faccia e l’altra di tavola novi

Item due saviette nove

Item tre moccatore femminine nuovi

Item un zitiero ? nuovo di cattivella

Item un paio d’investi di coscini co..  inversi e coscinelli nuovi

Item due fiannacche una scava e l’altra di granatini con suoi coni d’oro

Item un pajo di circelli d’oro

Item due anelli d’oro cioè uno di prezzo e valore di onza una e tarì dui di danari et l’altro di prezzo e valore di onza una e tarì due di denari

 

Elenco dei beni di Caterina Grillo vedova di Francesco Grillo per le nozze con Santo Ryolo figlio del fu marchese Joseph Ryolo,  ff.80-81

 

25 luglio 1790

Item tre matarazzi uno piano di lana l’altri due di paglia con un paio di coscini pieni di lana…linzola di tela

Item una faldetta di seta matta di color verde

Item due todeschine una di messa incarnata l’altra di calamo aquamarino

Item un gippone di seta fiorito nuovo

Item una mantellina di drappo fiorito d’oro e d’argento

Item una mantellina di saietta nova

Item tre camise famanine usate…una di landa nova con sua guarnazione

Item due fodali uno di cambre e l’altro di landa

Item altra faldetta in pezza di Melazii nova

Item una corona di granatini incatarinata d’argento e sua miraglia perfilata d’argento con sua croce d’argento e con cocci d’oro

Item un anello d’oro con pietre robini

Item un paio di pendenti d’oro con suoi perle pendenti di onze quattro e tarì nove di denari

Item un paio di fibie d’argento e un paio di circelli d’oro

Item tutti quegli stigli di casa e cocina consistenti in sedie otto di giumara una boffetta una gradiglia di ferro,una padella di rame e due cascie piccoli di palmi quattro cadauna ed una cascia grande di palmi sei

Item una balduina di pelo castagno… per uso proprio di Giuseppe Grillo d’anni sedeci figlio legittimo e naturale di detta sposa.

 

 

sabato 4 giugno 2016

ALCUNI INEDITI SULLA REGIA CHIESA DI S.BARBARA AL CASTELLO



Del culto di S.Barbara, praticato entro la cittadella milazzese, ci riferisce il Perdichizzi (Melazo Sacro), secondo il quale nella chiesa di S. Maria della Vittoria, voluta per voto dal conte Ruggero, c'era un altare dedicato a Santa Barbara. Il Piaggia (Memorie della città di Milazzo) ci informa poi che ai suoi tempi esisteva “una chiesuola di s. Barbara dentro la fortezza saracena, ma la sua costruzione non ci dà il minor segno d’antico” .
I nuovi documenti rinvenuti attestano che la misteriosa chiesa di regio patronato, dedicata alla santa, protettrice degli eserciti e delle artiglierie,  che si trovava plausibilmente  dentro la Torre Mastra, ove se ne vedono ancora le tracce, fosse aperta al culto almeno fino al secolo XVIII .  Infatti la “chiesa del castello” ricorre stabilmente nella carte d’archivio dal 1742, quando il rev. cappellano del castello don Vincenzo Lombardo invia una richiesta di sacre utensili  al regio Segreto, al 1753, quando il Capitano del regio castello fa istanza “per il riparo del dammuso sopra l’altar maggiore… disfatto per le continue piogge” , al 1755, data in cui il cappellano della chiesa d.Antonino Impallomeni effettua una richiesta di arredi di “tela fina” – presumibilmente camici o tovaglie d’altare- e di acconci di suppellettile d’argento –due calici e due patene- ,per la celebrazione di messe, cui dovevano partecipare presumibilmente le guarnigioni di stanza al castello.

REGESTO DOCUMENTARIO
Archivio di Stato di Palermo- Tribunale Real Patrimonio
Anni 1742-43
"Havendo il Rev.Cappellano del Castello di codesta Città Don Vincenzo Lombardo replicato l’istanza li 6 ott corr.e sulla necessità tiene quella chiesa de sacri utensili la abbiamo rimessa…dobbiate trasmetterci relazione di tutte le sacre utensili che necessitano nella Ven.Chiesa del Castello…ed assieme la spesa bisognerà per l’erogazione
Datum Panormi 26 ottobre 1742 El Principe Corsini Al Spett.Segreto e Proconservatore di Milazzo"

Anni 1742-43
"Dal Sp.Segreto della Città di Milazzo con sua di 13 nov. è stata rimessa a questo Tribunale la relazione di tutte le sacre utensili necessitano nella Ven.Chiesa di S.Barbara existente in quel Regio Castello e però abbiamo stimato compiegare a voi la cennata relazione…e ordinare dover disporre lo conveniente facendo fare le sud.utensili con la magior economia e risparmio in beneficio della Real Corte dandone il partito al minor offerente…
Datum Panormi 30 nov. 1742 El Principe Corsini Allo Spett.Paolo Bertuccio Ministro della Real Azienda in Messina"

Anni 1753-54
Istanza del Capitano del Regio Castello “pel riparo del Dammuso sopra l’altar maggiore della Ven. chiesa di S.Barbara dentro il med.castello disfatto per le continue piogge poiché continuando verrebbe affatto a precipitarsi…in magior danno alla Real Corte. Perciò mandaste subito cod.capomastro ad osservare la spesa vi bisognava, ed egli vi riferì che per altri acconci e vetriate rotte d’essa chiesa vi necessita la somma di o.2 e tarì 12 circa altrimenti cadrà il damuso e non basteranno o.20…” Ordine positivo del vicerè " Datum Panormi 4 nov.1753 Joseph Miano allo spett.Segreto di Milazzo"

Anni 1755-56
Supplica del Rev.don Antonio Impallomeni "cappellano della chiesa exixtente nel regio castello... per alcuni utensili di biancheria pei quali abbisognano in tutto canne quattro di tela fina, e gli acconci dei sacri arredi d’argento con l’indoratura di due calici e due patene necessarie per la celebrazione delle messe a qual uopo abbisogna a tenor della relazione del Perito la somma di o.3”. Ordine positivo del marchese Fogliani “Datum Panormi 8 agosto 1755”.

domenica 20 marzo 2016

UN INEDITO SUL PALAZZO DEL GOVERNATORE (1675)

Il documento - una supplica di donna Leonora Baeli alla corte viceregia di Palermo di essere risarcita dell'affitto del suo palazzo, potrebbe fare luce  sul periodo storico e sulle motivazioni per cui il seicentesco Palazzo nobiliare, di proprietà della famiglia Baeli, divenne palazzo pubblico e quartier generale delle autorità politico-militari dimoranti nella Piazzaforte di Milazzo. Tale trasformazione d'uso pare sia avvenuta durante la guerra antispagnola di Messina (1674-1677), allorquando le autorità messinesi ripararono proprio a Milazzo e si insediarono nel palazzo dei Baeli, che venne quasi espropriato forzatamente, certo per la sua posizione strategica di collegamento tra la Città Murata e la Città Bassa, e la ottima visibilità del mare antistante che si doveva godere all'epoca.
Il secondo documento, che si presenta riassunto, testimonia pure l'espropriazione del cavallo baio di proprietà di don Onofrio Baeli, secreto di Milazzo, nello stesso contesto storico(1675).  I due documenti testimoniano altresì che le istanze da inoltrare alla Regia Corte, solitamente compilate in Palermo o in Messina, vengono in questo periodo redatte straordinariamente a Milazzo, come si evince dal locativo "Milarum" in calce ad entrambi.

Archivio di Stato di Palermo, T.R.P. Memoriali (1674-75)

v.1765,f.150

Donna Leonora Baeli ed Alarcon vedova del fu Francesco Baeli dice a V.E. che a richiesta delli iurati di questa Fidelissima città di Milazzo e per eseguire colla dovuta prontezza gli ordini di V.E. fu costretta uscirsene dal Suo Palazzo insieme con tutti i suoi parenti e famiglia a … lasciare per abitazione del mastro di Campo Generale e straticò di Messina, avendo in detta casa seu Palazzo lasciatovi molte tovarche lettere quatri  cascie seggie ed altri mobili per servitio di detto mastro di campo e straticò. E perché ecc.Signore è cosa giusta e conveniente che essa supplicante venga colla dovuta puntualità sodisfatta del locro di detto Palazzo come sopra adornato e provisto della riferita commodità tanto più che s’è convenuto ridursi in altra casa ove patisce non ordinari incommodi: supplica perciò umilmente V.E. resti servita dar gli ordini convenienti ed opportuni affinchè essa resti sodisfatta del locro di detto palazzo siche oltre esser di giusto lo riceverà dalla benigna mano di S.E. E così la suplica ut alterius

   Milarum…1675

v.1764, f.129v.

(regesto)

Don Onofrio Baeli Secreto di questa Fid.ma Città di Milazzo dice che consegnò un cavallo di pelo baio con sella di velluto e freno all’Ill.Don Diego Baiamonte Cap.Generale della Cavalleria di questo esercito, quindi supplica che si dovesse “consegnare o pagare” per una somma di once 25

   Milarum  die  7 Januari 1675