Salvare il Patrimonio Culturale

Salvare il Patrimonio Culturale

Questo blog prende il via dalla constatazione dello stato di abbandono,depauperamento,profonda alterazione del patrimonio culturale di Milazzo, registratosi negli ultimi decenni, seguiti ai nefasti danni bellici e a quelli edilizi degli anni Sessanta. Nonostante i recenti interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali, questi si sono spesso rivelati arbitrari e irrispettosi della natura originaria dei monumenti. A ciò è da aggiungersi il colpevole depredamento di chiese uniche nel loro genere, come quella cinque-seicentesca dei pp. Cappuccini, o la sottrazione alla comunità di beni fondamentali della storia cittadina, come l'antica Giuliana comunale, avvenuti in tempi assai vicini a noi. Per quanto possibile, questo blog porterà a conoscenza della gente i casi più eclatanti in tal senso, onde cercare di porre un freno al deleterio processo innescatosi, e far sì che le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico, architettonico, archivistico di Milazzo, o meglio a quel che resta di esso, esercitino la dovuta sorveglianza.


mercoledì 20 luglio 2022

RIVISTE ON LINE

 ELVIRA D'AMICO è collaboratrice delle Riviste on line OADI Accascina, diretta da Maria Concetta Di Natale ed Enrico Colle ed ABOUTART.COM diretta da Pietro di Loreto



martedì 19 luglio 2022

SILK and SICILY

 ELVIRA D'AMICO è titolare dal 2018 del Gruppo Facebook sulla seta siciliana "SILK and SICILY"


domenica 17 luglio 2022

ABSTRACT


 


    Elvira D’Amico Del Rosso, Le piazzeforti di Milazzo e di Messina dal post-assedio spagnolo alla rifondazione settecentesca. Da documenti inediti dell’Archivio di Stato di Palermo.    Lombardo Edizioni, Milazzo 2022                                                                               

Il saggio, interamente basato su documenti inediti del Tribunale Real Patrimonio dell’Archivio di Stato di Palermo, prende il via da un evento storico cruciale per la città di Milazzo, l’assedio spagnolo del 1718-19. E’ infatti a causa di questo che la Regia Corte invia nelle piazzeforti di Messina e di Milazzo ingegneri e architetti regi per visionare i danni causati dai bombardamenti e ordinare le ricostruzioni. Uno dei più importanti di questi è il crocifero toscano Giuseppe Mariani, considerato apportatore dello stile borrominiano in Sicilia, che esegue nel 1725 un rilevante intervento sul Palazzo del Governatore di Milazzo. Un altro avvenimento nefasto di poco posteriore, la peste di Messina del 1743, si rileva pure punto di partenza per acconci e ricostruzioni in territorio messinese. Pure in questo caso infatti la Regia Corte manda a Messina rinomati architetti per il riparo e la messa a punto di alcune fabbriche, in primis il Lazzaretto. Il più importante di questi è Giovan Battista Vaccarini, a cui si deve la ricostruzione della Catania settecentesca e che sappiamo essere stato pure Abbate della Abbazia di S.Filippo in territorio milazzese.

Il saggio inoltre mette in luce l’attività dei principali architetti messinesi del ‘700, ferma alle ricerche di Maria Accascina degli anni ’60 , che si scoprono autori di rilevanti edifici religiosi, come il rifacimento della facciata del Duomo di Messina (Antonino Brancati), il prospetto e l’altar maggiore della chiesa di S.Maria di Pozzo di Gotto (Antonino Basile), ma anche di fabbriche civili come il molo del porto di Milazzo (Placido Basile). La parte preponderante dei ritrovamenti documentari riguarda però l’attività degli ingegneri militari inviati per i ripari delle fortificazioni, che talora si stabiliscono sul territorio, come nel caso del francese Louis Dummontier, noto finora per la sua attività sulla piazza di Siracusa, che troviamo ora citato come  “ingegnere paesano di Milazzo”,ove soggiorna dal 1741 al 1742.  I documenti traggono fuori dall’oblio pure nomi di maestranze sconosciute, che si rivelano artefici di opere significative della cultura locale, valga per tutti l’esempio della fontana del Mela di Milazzo, oggetto in passato di fantasiose attribuzioni, ora rivendicata al disegno dell’ingegnere milazzese Giuseppe d’Ettore ed allo scultore messinese Giovan Maria Amato. Anche quest’opera, oggi perduta e ricostruita, è emblematica, assieme al vicino convento e chiesa del Carmine, della ricostruzione della cittadina di Milazzo dopo i danni causati dall’assedio spagnolo.