Salvare il Patrimonio Culturale

Salvare il Patrimonio Culturale

Questo blog prende il via dalla constatazione dello stato di abbandono,depauperamento,profonda alterazione del patrimonio culturale di Milazzo, registratosi negli ultimi decenni, seguiti ai nefasti danni bellici e a quelli edilizi degli anni Sessanta. Nonostante i recenti interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali, questi si sono spesso rivelati arbitrari e irrispettosi della natura originaria dei monumenti. A ciò è da aggiungersi il colpevole depredamento di chiese uniche nel loro genere, come quella cinque-seicentesca dei pp. Cappuccini, o la sottrazione alla comunità di beni fondamentali della storia cittadina, come l'antica Giuliana comunale, avvenuti in tempi assai vicini a noi. Per quanto possibile, questo blog porterà a conoscenza della gente i casi più eclatanti in tal senso, onde cercare di porre un freno al deleterio processo innescatosi, e far sì che le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico, architettonico, archivistico di Milazzo, o meglio a quel che resta di esso, esercitino la dovuta sorveglianza.


sabato 8 settembre 2012

PITTORI MILAZZESI - SCIPIO MANNI. Il sottocoro della chiesa di S.Francesco di Paola (1763-65)

Considerato l'ultimo ciclo di affreschi che il Manni, pittore napoletano trapiantatosi a Milazzo, eseguì per le chiese della cittadina, danneggiato da un incendio nel 1908 e quindi irrimediabilmente calcinato, esso verteva sulla vita e l'agiografia del Santo di Paola. Le pitture del sottocoro sono le uniche superstiti dello scempio, assieme all'angelo sito sopra la porta d'ingresso alla cripta. Esse costituiscono l'unico esempio di decorazione settecentesca milazzese di gusto laico e mondano, sebbene adoperata e finalizzata a un contesto sacro. L'opera denota la cultura decorativa di ascendenza romano-napoletana del pittore, confermandolo nella sua qualità di quadraturista: un'impalcatura a volute architettoniche, cartouches rocaille, puttini reggifestoni, incornicia, invece che un ovale col semplice cielo, come nei palazzi nobiliari, lo stemma dei Minimi francescani; all'intorno, invece dei consueti paesini di fantasia, una serie di paesaggi boschivi e turriti notevolmente circostanziati, probabilmente allusivi ai luoghi romiti attinenti alla vita del santo. L'opera solleva la questione del Manni quadraturista: ferma restando la netta suddivisione vigente all'epoca tra i pittori "d'architettura" e quelli "di figura", le quadrature dei suoi affreschi spettano a lui o a un aiuto, magari da ricercarsi nell'ambito della sua numerosa famiglia?

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