Salvare il Patrimonio Culturale

Salvare il Patrimonio Culturale

Questo blog prende il via dalla constatazione dello stato di abbandono,depauperamento,profonda alterazione del patrimonio culturale di Milazzo, registratosi negli ultimi decenni, seguiti ai nefasti danni bellici e a quelli edilizi degli anni Sessanta. Nonostante i recenti interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali, questi si sono spesso rivelati arbitrari e irrispettosi della natura originaria dei monumenti. A ciò è da aggiungersi il colpevole depredamento di chiese uniche nel loro genere, come quella cinque-seicentesca dei pp. Cappuccini, o la sottrazione alla comunità di beni fondamentali della storia cittadina, come l'antica Giuliana comunale, avvenuti in tempi assai vicini a noi. Per quanto possibile, questo blog porterà a conoscenza della gente i casi più eclatanti in tal senso, onde cercare di porre un freno al deleterio processo innescatosi, e far sì che le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico, architettonico, archivistico di Milazzo, o meglio a quel che resta di esso, esercitino la dovuta sorveglianza.


venerdì 12 novembre 2010

La prima guerra mondiale e Milazzo - Un'ode di Guglielmo Lo Curzio







QUANDO A UNIRE I GIOVANI ERA L'AMOR PATRIO

Agli anni della guerra 1915-18 risale un fitto carteggio fra il milazzese Peppino D'Amico, poeta-soldato al fronte, e il poeta e narratore Guglielmo Lo Curzio, messinese di nascita, ma palermitano d'adozione, conosciutisi durante gli anni scolari a Messina. Lo Curzio(1894-1993), morto quasi centenario, era oltre che poeta, scrittore, saggista e critico letterario, ed era balzato alla notorietà quando Luigi Pirandello nel 1931 gli aveva consegnato il premio dell'Accademia d'Italia, per la raccolta di versi "Accordi in minore". Il carteggio tra i due amici verte su temi letterari, teatrali, patriottici ma è soprattutto caratterizzato da uno scambio di poesie, una delle quali Lo Curzio dedica all'amico milazzese, per il quale nutre stima e ammirazione, oltre che per le sue doti umane e letterarie, anche per l'abnegazione e l'entusiasmo con cui svolge il proprio dovere di soldato al fronte, cosa che a lui è preclusa, essendo stato riformato per motivi famigliari.

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