Questo blog prende il via dalla constatazione dello stato di abbandono,depauperamento,profonda alterazione del patrimonio culturale di Milazzo, registratosi negli ultimi decenni, seguiti ai nefasti danni bellici e a quelli edilizi degli anni Sessanta. Nonostante i recenti interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali, questi si sono spesso rivelati arbitrari e irrispettosi della natura originaria dei monumenti. A ciò è da aggiungersi il colpevole depredamento di chiese uniche nel loro genere, come quella cinque-seicentesca dei pp. Cappuccini, o la sottrazione alla comunità di beni fondamentali della storia cittadina, come l'antica Giuliana comunale, avvenuti in tempi assai vicini a noi. Per quanto possibile, questo blog porterà a conoscenza della gente i casi più eclatanti in tal senso, onde cercare di porre un freno al deleterio processo innescatosi, e far sì che le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico, architettonico, archivistico di Milazzo, o meglio a quel che resta di esso, esercitino la dovuta sorveglianza.
giovedì 4 novembre 2010
La Prima Guerra Mondiale e Milazzo
QUANDO A 20 ANNI SI COMBATTEVA PER LA PATRIA - MILAZZESI AL FRONTE
Peppino D'Amico, 1915 Peppino D'Amico, 1918 Peppino D'Amico con la sorella Maria, Milazzo 1919 Paolo Cassisi, 1920 Ciccio Grillo, 1919 Antonio Totaro, 1918
Cara Elvira,con grande emozione sto visitando il tuo magnifico sito. Mi chiamo Riccardo Murgia, e sono nipote di Grazia D'amico, sorella di Peppino, che era la madre di mio padre. Sono particolarmente emozionato, come ti dicevo, anche perchè sono l'unico parente sardo che ha avuto il privileggio di conoscere lo zio Peppino e la zia Elvira e conservo, ancora oggi, di loro un vivido ricordo nonostante siano ormai trascorsi più di cinquant'anni.Le foto della loro dimora mi hanno particolarmente emozionato perchè la ricordavo così, come tu l'hai immortalata, e ricordo, in particolare, una saletta col pavimento in legno, che vibrava quando ci si camminava, dove c'era un vecchio pianoforte a muro. Una foto di quel pianoforte, con l'immagine di nonna Grazia che lo suona, la conservo anch'io. Grazie per l'emozione che mi hai regalato con questa tua pubblicazione. Mi ha fatto rivivere momenti idelebili della mia infanzia e, non ci crederai, ricordare anche quei profumi soavi che provenivano dalla loro cucina ogni qualvolta lo zio Peppino, e lo faceva spesso, si dilettava a preparare delle vere e proprie delizie. Ancora grazie, un abbraccio. Riccardo
Cara Elvira,con grande emozione sto visitando il tuo magnifico sito. Mi chiamo Riccardo Murgia, e sono nipote di Grazia D'amico, sorella di Peppino, che era la madre di mio padre. Sono particolarmente emozionato, come ti dicevo, anche perchè sono l'unico parente sardo che ha avuto il privileggio di conoscere lo zio Peppino e la zia Elvira e conservo, ancora oggi, di loro un vivido ricordo nonostante siano ormai trascorsi più di cinquant'anni.Le foto della loro dimora mi hanno particolarmente emozionato perchè la ricordavo così, come tu l'hai immortalata, e ricordo, in particolare, una saletta col pavimento in legno, che vibrava quando ci si camminava, dove c'era un vecchio pianoforte a muro. Una foto di quel pianoforte, con l'immagine di nonna Grazia che lo suona, la conservo anch'io. Grazie per l'emozione che mi hai regalato con questa tua pubblicazione. Mi ha fatto rivivere momenti idelebili della mia infanzia e, non ci crederai, ricordare anche quei profumi soavi che provenivano dalla loro cucina ogni qualvolta lo zio Peppino, e lo faceva spesso, si dilettava a preparare delle vere e proprie delizie. Ancora grazie, un abbraccio. Riccardo
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