Salvare il Patrimonio Culturale
sabato 31 dicembre 2011
lunedì 26 dicembre 2011
PITTORI "MILAZZESI" - Il Duomo antico di Nino Leotti
Immagini tratte da: D.De Pasquale, LEOTTI Studi su Nino Leotti, pittore siciliano del gruppo Corrente,2011,Eurografica S.R.L., Dario De Pasquale Editore
Il pittore barcellonese Nino Leotti(Barcellona Pozzo di Gotto 1919-1993), di recente ricordato a Palazzo D'Amico, che ha attraversato tutti i maggiori filoni figurativi del '900, ha avuto un notevole legame con Milazzo, nella quale ha tenuto una memorabile personale nel 1991. Lo testimoniano alcuni paesaggi, come la bella acquaforte acquarellata col Duomo antico, della fine degli anni '80-inizi '90.
In essa il pittore si riallaccia all'impressionismo dei primi tempi, rendendoci un monumento filtrato attraverso una percezione soggettiva e immerso nella variabilità atmosferica - e non è forse un caso che adoperi i colori tipici degli impressionisti, celeste-bianco-oro. Un po' diversa, ma solo in apparenza, è l'altra acquaforte con l'Ingresso della cinta aragonese, tratteggiata per rapidi tocchi a monocromo,che ci ritrae il monumento fuoriuscente dal viluppo dalla vegetazione selvatica del periodo, legandolo di nuovo strettamente alla contingenza del tempo e del luogo.
Il pittore barcellonese Nino Leotti(Barcellona Pozzo di Gotto 1919-1993), di recente ricordato a Palazzo D'Amico, che ha attraversato tutti i maggiori filoni figurativi del '900, ha avuto un notevole legame con Milazzo, nella quale ha tenuto una memorabile personale nel 1991. Lo testimoniano alcuni paesaggi, come la bella acquaforte acquarellata col Duomo antico, della fine degli anni '80-inizi '90.
In essa il pittore si riallaccia all'impressionismo dei primi tempi, rendendoci un monumento filtrato attraverso una percezione soggettiva e immerso nella variabilità atmosferica - e non è forse un caso che adoperi i colori tipici degli impressionisti, celeste-bianco-oro. Un po' diversa, ma solo in apparenza, è l'altra acquaforte con l'Ingresso della cinta aragonese, tratteggiata per rapidi tocchi a monocromo,che ci ritrae il monumento fuoriuscente dal viluppo dalla vegetazione selvatica del periodo, legandolo di nuovo strettamente alla contingenza del tempo e del luogo.
domenica 18 dicembre 2011
ARCHIVI MILAZZESI - Il Natale del 1917
UNA LETTERA INVIATA DA ELVIRA SANTANIELLO, ALL'EPOCA DICIANNOVENNE, AL FIDANZATO MILAZZESE PEPPINO D'AMICO, DA' CONTO DI ANTICHI RITI E SUGGESTIVE FUNZIONI RELIGIOSE CHE SI SVOLGEVANO PER IL NATALE NELLE CHIESE DI FRANCAVILLA DI SICILIA
Francavilla, 28/12/1917
Peppino mio
…la notte di Natale non sono andata a letto, ho assistito alla messa… Che impressione! Non ricordavo più niente, eran sei sette anni che non assistevo più a delle funzioni simili. Fuori davanti a tutte le chiese preparavano delle grandi cataste di legna, che accesero e che durarono per tutta la notte, sino all’alba. Non so dirti l’impressione che si provava alla vista di quelle enormi lingue di fuoco, che superbe s’elevavano al cielo. A mezzanotte, dopo un breve discorso dell’arciprete, al suono dolce, lieve dell’organo, al suono monotono e pur bello nella sua monotonia delle cornamuse, è sceso un angelo vestito d’azzurro dal cielo, è caduta la tenda che copriva l’altare ed è apparso Gesù Bambino, tra il verde del muschio, tra la neve bianca, tra la viva luce delle numerose candele.
Piansi, piansi tanto quella sera che ne ero stanca, senza forza, gli occhi mi dolevano, andai a letto all’alba. Lo vedi, ti ho descritto brevissimamente la mia vita di questi giorni, senza aggiungere niente…anzi. Sicuro non ho saputo renderti chiara l’impressione di quella commoventissima notte, non ho potuto (per mancanza di mezzi) descriverti le bellezze malinconiche che ha gustate l’animo mio in questi religiosi giorni. Ciò mi dispiace, non per me ma per te stesso, che non essendo fedele, non potrai, come avviene le altre volte, intuire la dolcezza grande, la malinconia immensa che invade l’animo ad assistere a certe funzioni sublimi…
Natale è finito, vi è pero ancora Capodanno, auguri dunque per una simile festa dalla tua Elvira.
giovedì 8 dicembre 2011
ARCHIVI MILAZZESI - I restauri della Chiesa dell'Immacolata
UNA LETTERA DELL'8 DICEMBRE 1935 INVIATA DAL FIGLIO NELLO AL PADRE PEPPINO D'AMICO, RECA LA TESTIMONIANZA DEI RESTAURI EFFETTUATI IN QUELL'ANNO NELLA CHIESA, DI ORIGINE SEICENTESCA, CUI VIENE RINNOVATO ORA IL PAVIMENTO E COSTRUITO IL CAMPANILE E CHE DIVIENE COSì "UNA DELLE PIU' BELLE DI MILAZZO".
Milazzo, 8 dicembre 1935
Carissimo papà
...Quest'oggi è la festa dell'Immacolata Concezione e forse la usciranno. La chiesa è tutta rinnovata il pavimento cambiato ed è una delle più belle di Milazzo... è stata tutta rimessa a nuovo ed hanno costruito anche il campanile...
Baci affezionatissimi dal tuo figliuolo Aniello
martedì 6 dicembre 2011
ARCHIVI MILAZZESI - La piena dell'Alcantara del 1920
DA UNA LETTERA DI ELVIRA SANTANIELLO, INVIATA DA UNA CAMPAGNA NEI PRESSI DI FRANCAVILLA DI SICILIA AL FIDANZATO MILAZZESE PEPPINO D'AMICO, EMERGE LA DRAMMATICA NOTIZIA DI UNA PIENA DELL'ALCANTARA, AVVENUTA IL 28 SETTEMBRE DEL 1920, CHE FECE DUE VITTIME INDIFESE: UNA MADRE E UNA FIGLIA
SAVINA- 28- IX- 1920
...Oggi si è scatenato un vero temporale: acqua, grandine, tuoni, lampi, saette, fulmini. V’è stato un momento un po’ allarmante: l’Alcantara in piena si avanzava sempre più minaccioso, sempre più terribile. Lo si vedeva da qui andare a cavalloni, tumultuante, torbido, rumoroso, immenso. E non si sentiva più fra il fragore dei tuoni e quello dell’acque. Alcuni che si trovavano di passaggio, non potendo seguitare con quel tempo, son venuti su da noi, e per diverse ore non si sentiva più, non si reggeva. Non mi sono spaventata. Ho lavorato tranquilla e seduta, di tanto in tanto alzavo lo sguardo per spostarlo più in là, sul fiume diventato biondo e grande grande. In un momento di tregua mi sono avvicinata al letto: tutto era pieno, tutto coperto, anche la mia poltroncina, il mio sedile preferito non si vedeva più. Per pochi istanti mi son fermata a guardare quell’immane massa d’oscura acqua, poi son venuta via pensando… ai pochi minuti trascorsi lì, ove adesso cavalloni su cavalloni si avanzavano minacciosi. Ha piovuto fin ora, ma il sole prima di tramontare, ha fatto largo fra le nubi, e ha guardato la terra sconvolta. Da qui ho visto l’acqua tumultuante luccicare a quei raggi. Adesso è tornata la calma, ma ancora c’è il tumulto della piena a dare una penosa impressione.
29- IX- 1920
…Oggi la giornata è stata tranquilla e quasi bella, la piena è cessata, è tornata quella poca quantità d’acqua a scorrere tranquilla. Ma si è saputo: ieri venendo qui improvvisa la piena vi sono state due vittime, una madre e una figlia e degli animali, ad esser travolti. Come si muore facilmente! E’ triste assai la morte, non vorrò morire mai io! ma…
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